Racconti di vita vera.
Di Sarah La Gatta.
Stanca ma elettizzata, cosi eccitata da non dormire nonostante il viaggio l'aereo il caos nella mia testa, la vita. Eccoci.. Ti ho scritto che sto arrivando.. Mi sudano le mani.. Tra poco ti vedo. Respiro. Oddio.. Respiro di nuovo. Mi assale tutto. Ansia pensieri parole.. Voglia atroce di toccarti. Scendo dal bus mi guardo intorno. Ti vedo. Dio come sei alto. Mi scappa un sorriso. Valigia, cosa faccio la prendo? Nella testa una confusione. Lascio tutto e d' istinto vengo verso te, quasi cado dai tacchi mentre cammino veloce.
- Ciao
Mi appoggio a te, la tua mano che parte nei miei capelli, mantenendo la promessa, la tua bocca sulla mia ed è come se non esistesse piu nulla.
- Ciao padrone
- Era ora schiava che arrivassi. Sei emozionata? Ti si vede in viso. Non riesci a gestirlo eh Gyni?
Abbasso la testa mentre prendi la valigia e ci dirigiamo in macchina.
Mi siedo ti guardo. Sorrido. Finalmente. Mi riprendi i capelli sulla nuca e tiri indietro. Che bello sentire le tue labbra. Accendi parti. Mi parli. Faccio cenno con la testa ma sento solo il mio cuore a mille. Ti tocco la mano sul cambio. Tu la porti sui miei pantaloni.
- Quanto sei felice di vedermi schiava mia?
- Tantissimo padrone. Non aspettavo altro.
Sussurro mentre la tua mano si fa largo nei jeans e inizi a torturarmi il clitoide.
- Padrone, sussurro imbarazzata
- Si schiava?
- Ma guidi, ma la gente che passa, mi vedono. Ancora piu imbarazzata cerco di argomentare.
- Ti crea problemi schiava?
Deglutisco e scuoto la testa mentre inizio a contorcermi e ad ansimare. Aumenti il ritmo mentre ti guardo, sorrido, vorrei nascondere il viso ma mi baci, e aumenti il ritmo mentre alzo il bacino e scendi a controllare quanto in realtà mi piaccia questa situazione.
- Troia sei fradicia- mi dici uscendo la mano dai jeans, che afferro subito dal palmo e guardandoti ripulisco.
- Sai che non vedevo l'ora di essere tua, davvero.
- Vedremo quanto, mi rispondi mentre ci avviamo verso casa tua.
- Gyni!
Sobbalzo mentre mi sto rivestendo.
- Metti l'ovetto che ti porto a cena. Su schiava mia.
Annuisco con la testa distrattamente e continuo ad alzare i pantaloni. Nella mente flash di immagini appena vissute, la sensazione splendida di averti addosso con tutto il tuo peso, il tuo respi..
- Gyni!! Mi tiri su il mento, - cosa hai?
- Nulla padrone, e sorrido, ubbidisco subito. E corro a farlo tornando saltellante e felice verso te. Mi guardi. Ci prepariamo.
- Lo hai messo a 4 schiava? Devi sentirlo tutto e sul clitoide non dentro.
- Si padrone come volevi tu.
Mi dai la mano e usciamo. Nervosa ed eccitata guardo per terra e mi mordicchio il labbro, come sempre, come ti piace. Nel silenzio imbarazzante della macchina mi spingi l'ovetto, guidi, mi guardi. Io sempre piu imbarazzata. Tu sornione continui a torturarmi
- Cos'e schiava cos'è? Non ti piace essere cosi per me? Per il tuo padrone?
Annuisco, sorrido rossa, vergogna cuore a mille voglia di ubbidirti voglia di compiacerti, persone che possono vedermi... La testa piena di tutto, il cuore a mille, ci accomodiamo nel pub in fondo e levo il giubbino.
- Allarga le gambe Gyni ! mi dici e io eseguo subito mentre si avvicinano per l'ordinazione e tu da sotto il tavolo spingi con il piede sull'ovetto.
Sobbalzo e mi stampo un sorriso.
Mangiamo parliamo come una coppia normale, mi prendi la mano, ci guardiamo negli occhi e vedo il sorriso sornione sul tuo viso...Mi rendo conto che il mio viso mi tradisce. Mi posto in punta. Cavolo! Il contatto con la panca me lo fa avvertire ancora di piu
- Cos'e Gyni?, che faccia era questa?
Alzo la testa e vedo altre persone guardarmi. Arrossisco.
- Nulla padrone.. Il legno mi spinge l'ovetto. Non so se posso resistere ancora molto.
- Rimettiti come stavi, mi ordini, e con il piede spingi ancora di più. Mi scappa un espressione e un gemito. Si gira piu di qualcuno. Mi prendi la mano.
- Finiamo e andiamo. Ho in mente una cosa per te.
Accavallo le gambe. Ancora peggio. Nella mia testa la voglia di andar via e l’eccitazione di quel che mi riserbi.
Ti guardo e te lo chiedo uscendo, aggrappandomi alla tua mano.
-In un posto dove vado per pensare. Ti piace il mare?-
-Lo adoro padrone!!- Ti seguo silenziosa mentre l’odore del salmastro e la brezza si fanno sempre più forte. Arriviamo, il molo, le luci. Sono elettrizzata, dondolo sui tacchi, mentre tu fai il giro, mi fai salire sul marciapiede e mi dai la mano. Ti seguo, parliamo, ridiamo e sento le palpitazioni. Arriviamo alla fine del molo. Luci, una torretta, una panchina. Non lasciandomi la mano ti porti dietro di me. Una mano sul collo , me lo fai reclinare e mi afferri la gola mentre lascio la tua. Un morso, chiudo gli occhi e sobbalzo mentre la tua mano si fa largo negli slip e mi spinge l’ovetto.
-Quanto ti senti cagna così Gyni?-
-Tanto padrone tua padrone.-
Non so come mi ritrovo seduta sulla panchina tra le tue gambe, i polpastrelli vicino i miei capezzoli, la tua mano che guida l’ovetto.
Non capisco nulla, sento solo il tuo respiro con il mio. Il tuo corpo dietro, il piacere che aumente, i miei sussulti.
-Troia, ti voglio sentire gridare.- Mi dici mentre tremo e tu stacchi la mano. Un impeto di rabbia.
-Padrone.- Ti sussurro un po' arrabbiata.
-Che c’è cagna mia? Cosa vuoi?-
-Lo sai, padrone.- Rispondo spingendoti la mano sul mio clito.
-Lo sai che godi solo se lo decido io. Di chi sei tu?-
-Tua padrone.-
-Cosa sei tu?-
-La tua schiava, padrone.-
-E di chi sono i tuoi orgasmi?-
-Tuoi padrone….solo tuoi, padrone.-
Un sussulto, la tua mano che riprende, il mio corpo che si abbandona a te, il piacere che aumente insieme ai miei gridolini, al ritmo del mio respiro.
Un esplosione.
E tu che mi dici : - Hai urlato come una cagna, lo sai? Mi hai reso orgoglioso.-
Rossa ti prendo la mano, la porto in bocca, ti guardo mentre pulisco e poi ci appoggio il mio viso.
Rossa ti prendo la mano, la porto in bocca, ti guardo mentre pulisco e poi ci appoggio il mio viso.
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