INVERNO
La neve vortica in bianchi mulinelli fuori dalla finestra. Chiudi la tenda e torni al caldo sotto il panno sul divano. Dentro si sta bene. Un piccolo fuoco scoppietta allegro e stesa con te ci sono io. In mano l'ultimo libro che sto leggendo. Ti accoccoli sulle mie gambe e io riprendo da dove mi ero interrotto "e così la piccola scimmia di pietra..." leggo mentre con una mano ti faccio i grattini tra i capelli che ti piacciono tanto...
La tua testa sulle mie gambe ed è inevitabile che il mio pensiero non scorra in una direzione piacevole. Ti volti e mi guardi mentre mi nascondo dietro il libro continuando a leggere. Quello che ti ha fatto voltare è una tensione nella stoffa. Il segno del mio piacere che cresce... mentre ti continuo a coccolare allunghi la mano e lo accarezzi. Subito balza avanti. Voglioso e duro e la tua mano inizia a muoversi decisa mentre la mia lettura si fa via via più incerta...
"Qualche difficoltà?" Sogghigni... La mia mano per tutta risposta scende sulle spalle e afferra il seno. I capezzoli già turgidi. "Io no... e tu?" Sorrido e tu socchiusa la bocca sospiri. Porta di mille piaceri. La lingua umida fa capolino umettando le labbra. Mi chino ancora di più fino a sfiorare il ventre che si muove incontro alla mia mano portando la tua bocca a contatto con il mio membro. Lo baci da sopra i pantaloni e lui vibra di piacere. Mentre la mia mano sfiora appena il tuo clitoride e un piccolo gemito esce dalle tue labbra...
Il libro cade ormai inutilizzato sul pavimento mentre mi alzo dal divano lasciando cadere a terra il panno e inginocchiandomi davanti a te. Inizio a baciarti. 1Labbra, collo, spalle, seno. Dove gioco con i capezzoli da sopra la maglietta. Il ventre e il clitoride da sopra le mutandine. Sospiri ti lasci andare contro lo schienale incrociando le gambe dietro la mia schiena. Con le dita scosto piano le mutandine continuando a baciarti e appena la mia lingua e le mie labbra incontrano la tua pelle calda e umida la tua schiena di monarca per il piacere mentre affondi le dita nei miei capelli guidando la lingua sui tuoi punti segreti...
E mentre, le mutandine sfilate, la mia lingua titilla il tuo clitoride le mie mani salgono sfiorando i fianchi fino al tuo seno. Scostata la maglietta trovano i capezzoli e iniziano a giocare. Ruotarli. Tirarli. E giocare con quel seno splendido accende ancora di più il tuo desiderio che sento prepotente mentre le tue dita salgono a incrociarsi con le mie sul tuo seno e a tenere la mia testa sul tuo piacere più intenso. Il tuo respiro affannoso mi riempie la testa e mi incita a fare di più. Meglio. Fino a che la lingua non si fa strada in te e un gemito ti sfugge dalle labbra...
La presa sui miei capelli si fa ferrea mentre una mia mano si sposta sul clitoride a stuzzicarlo o tuoi gemiti si fanno intensi. Hai voglia. Con la lingua e le dita ti porto sull' orlo dell'orgasmo... e mi fermo...
Tu gemi e sposti il bacino per incontrare la mia bocca. Ma questa si allontana e io mi alzo... "ora tocca a te..." indico mentre mi spaccio i pantaloni mostrando la mia virilità dura e vogliosa... " apri la bocca..." mi avvicino e tu lo ingoi tutto presa da una smania che solo l'orgasmo negato poteva darti. Mentre succhi le mie dita tornano a scorrere sul tuo corpo e tornano a giocare con il clitoride...
La vibrazione del tuo gemito percorre il membro quando riprendo a stuzzicarti e mi fa eccitare ancora di più. In bocca. Percorrendo tutto con la lingua. Giochi con il mio membro come sai fare e lo senti diventare del tutto duro dentro la tua bocca. Prima di riuscire a farmi venire però le mie dita scorrono e ti concedono l'orgasmo... sento il tuo piacere sciogliersi liquido sulle mie dita...
Mi allontano appena per staccarti e bagno il mio membro del tuo piacere. Ti rituffi a prenderlo e so quanto ti piace quando i nostri due sapori si mischiano... poi ti stendo sul divano. Ti bacio e lecco il seno e quando bello umido e voglioso è pronto inizio a farci passare in mezzo il mio cazzo. Spingendolo fino alla tua bocca aperta e vogliosa...
Mi fermo un momento prima di venire e torno a tuffarmi tra le tue gambe scopandoti con la lingua in cerca del tuo secondo piacere. Tu titilli il seno mentre la mia lingua entra dentro di te e le dita giocano con il clitoride. Poi sposto una tua mano a giocare anche lei con me e le tue dita si intrecciano con la mia lingua fuori e dentro di te...
Il piacere ti coglie mentre sono dentro e posso assaggiarlo. Dolce ambrosia degli dei. Mi fermo e salgo a baciarti e ora i nostri due sapori si intrecciano nelle nostre bocche. Il mio membro premuto contro di te che inizi a muovere il bacino desiderosa di avere altro. Ma non è ancora il momento...
Ti volto facendoti mettere tra le mie gambe aperte.la tua schiena appoggiata al mio petto. E inizio a masturbarti e baciarti. "Guarda bene..." Ti sussurro mentre il tuo sguardo si sposta in basso a vedere le mie dita stuzzicare il tuo piacere. Sposti le mani dietro e lo afferri. E mentre entrambi diamo piacere all'altro i gemiti formano una sottile melodia com il crepitare del camino. Ti sento trattenerti e i miei sforzi raddoppiano per trovare il tuo piacere e tu mi cedi... Ti sento scioglierti tra le mie braccia ansimando esausta...
Ti sollevo appena e ti appoggio sui miei addominali per permettere di strisciare il mio cazzo tra le tue labbra bagnate. Scivola veloce e sicuro e sussulti tutte le volte che sfiora il clitoride. Lo prendo allora e lo uso per schiaffeggiarti proprio li e il tuo piacere fatto improvviso cola su entrambi bagnandoci...
Scivolo allora ai piedi del divano e lascio che tu mi sieda sopra guidando il mio piacere dentro il tuo. Inizi a muoverti dapprima piano e poi sempre più velocemente mentre io bacio e succhio il tuo seno...
FUGA
Sali in macchina e senza salutarti ti allungo una benda. Mi guardi e te la butto in grembo e riparto. "Allora?" La prendi e la indossi "perché?" "Tu non ti preoccupare micetta" mi senti guidare un poco di più del nostro solito parcheggio e senti la ghiaia stridere sotto le gomme della macchina che si ferma e si spegne. Sussulti appena Quando ti avvicino il collare da indossare e ti sento nervosa quando scendo dalla macchina. Apro la tua portiera e aggancio il guinzaglio prima di aprire la cintura di sicurezza e farti scendere. La macchina si chiude dietro di te e guidata dalla mia voce e dal guinzaglio mi segui. Una porta si apre e si chiude alle tue spalle. E finalmente la vista torna. Una piccola camera d'albergo.
Sorridi e ti abbicini a me. Ti fermo e inizio a spogliarti lasciandoti solo quel bel perizoma che hai messo per me... "a quattro zampe cagna" ti indico il pavimento e tu obbediente ti abbassi. Finalmente posso portarti in giro al guinzaglio. Un veloce giro perla camera e appena mi fermo mi addenti il polpaccio. "Lurida cagna!" Esclamò mentre ti arriva la prima sculacciata. Mi molli e mi siedo sul letto "sulle ginocchia, puttana" ti faccio sistemare e inizio a sculacciarti.
Mi fermo solo quando il tuo sedere è rosso vivo. Ti butto per terra e mi alzo slacciandomi i pantaloni. Poi tiro il guinzaglio verso il mio cazzo che inizia già a indurirsi. "Fatto da fare puttana" e ti lascio lavorare con la bocca. Dopo un poco ti allungo l'ovetto. "Sul clitoride mentre succhi, troia" lo accendo piano e subito ti distrai dal tuo compito. Così ti afferrò per i capelli e inizio a scoparti la bocca fino in fondo alla gola. Non riesci neppure a chiedere il permesso e vieni... E uno li conto. Oggi è un giorno speciale...
Tiro il guinzaglio e lo tiro facendoti stendere sul letto. Le corde saltano fuori dalla sacca che non avevi neppure visto che portavo dentro. Le mani e i piedi vengono legati ai quattro angoli del letto. Poi mi avvicino con l'ovetto acceso e inizio a stuzzicarti il clitoride. Tendi le corde. Gemi e ti muovi. E un dito si fa strada dentro di te. Inarchi la schiena. Gemi "mmm posso?" E io mi fermo "nooo cattivo" ridacchio... E riparto... Po i veloce e più porco di prima due dita dentro e il vibratore al massimo. Di nuovo arrivi sulla cima di un orgasmo e di nuovo mi fermo...
Ti agiti e tiri le corde. Mi supplichi e per risposta tiro fuori la gag ball e te la faccio indossare per poi ripartire sbavi e inarchi la schiena presa dal piacere e stavolta non mi fermo. Ti porto fino all'orgasmo e continuo ti agiti e gemi sempre più forte sbavando come una cagna in calore. E vieni ancora e continuo e ancora godi. "Sei fradicia come una lurida cagna"...
Tolgo la gag ball e ti dico il cazzo tutto in bocca fino in gola tappandoti il naso e inizio a scoparti la bocca girandolo fuori giusto per farti prendere un poco di fiato. Poi scendo e inizio a scoparti il seno spingendo il cazzo fino in bocca con la tua lingua fuori come una cagna. Fino a che anch'io non schizzo tutto sul seno e sulla faccia. "Ti dona puttana" poi tiro fuori il cellulare e ti scatto due foto per farti vedere "Guarda che lurida cagna che sei" sento che muovi il bacino. La tua figa mi vuole. Che puttana...
Ci sediamo al tavolo e appena arriva il cameriere a portare il menu il pulsante scatta. Una piccola smorfia... ma ancora ti contieni. Si allontana e lo spengo. Apri il menu e inizi a leggere. Appena i tuoi occhi si abbassano di nuovo scatta il pulsante. Il menu ti scivola quasi dalle mani. "Ti vedo indecisa. Preferisci che faccia io per entrambi?" Sogghigno. La tua risposta giunge debole e strozzata "grazie". Di nuovo lo stacco e il tuo respiro si fa meno affannoso. Ma siamo solo all'inizio di questa deliziosa serata e lo sai. Il cameriere torna e con lui torna ad accendersi il pulsante. "Desiderate ordinare?" Chiede affabile. Io mi fingo distratto. "Certo. Cara vuoi fare tu?" Odio puro. Puro piacere ti lampeggia nello sguardo mentre vedo che stai per raggiungere il tuo limite. Ma non lo spengo. "Cer.." inizi "Che maleducato." Ti interrompo io "ho scelto io." Mi giro verso il cameriere. "Mi scusi. Sa il lavoro... ho scelto io... Allora..." mentre ordino spengo il pulsante. Tu ritorni a respirare. Non te ne sei ancora accorta ma la cacofonia della sala copre quel piccolo ronzare. Anche se a te sembra di sentire solo quello. Quando il cameriere se ne va lo riaccendo subito. "Non ti vuoi andare a rinfrescare un'attimo?" Il tuo respiro ora è affannoso. Veloce pregno dell'anticipazione del piacere. "Mmm" riesci solo a mugolare. Ti alzi a fatica e vai velocemente verso il bagno. Apri la porta e ti tuffi dentro... dalla faccia della signora che esce capisco che il tuo primo orgasmo della serata è già arrivato. Spengo il pulsante. E ti aspetto. Torni indietro in fretta. "Stronzo. L'ho tolto" mi sibili feroce tra i denti. "Certo..." ti rispondo io. Mi sporgo sul tavolo e ti bacio. A momenti mi mordi ma poi cedi memore del tuo recente orgasmo. Un bacio lungo e passionale. Non vuoi staccarti. Hai voglia di me. Ma con ferma dolcezza mi allontano. Arrivano i piatti e il pulsante scatta. Il tuo sguardo di alza di scatto. "La pianti?". La mia risata esplode nel locale e il cameriere mi guarda interdetto. Appena si allontana. Taglio una piccola porzione di carne e prima di portarla alla bocca mi fermo. "Dopo proviamo la funzione vibrazione a ritmo di musica o quella con la voce?" Il tuo sguardo ora è acceso di desiderio. "Quello che vuole il mio daddy dom". Inizio a mangiare. La serata è ancora lunga e già è pervasa di piacere. Del nostro piacere.
MUTANDINE
Stasera sei meravigliosa. Io ti sto aspettando in macchina e ti vedo arrivare. Sei tesa lo vedo. Il vestitino fascia Il tuo corpo e lo risalta arrivi e scendo ad aprirti la portiera. Il tuo sguardo basso. Preoccupato "buonasera micetta... devi nulla?" La tua risposta è strozzata "no". Ti guardo e rido. Poi tendo la mano e un piccolo telecomando appare dalla tua borsetta. "Controlliamo le pile?" Sorrido e metto mano al tasto. Un piccolo sussulto. Ma mi fermo. Rido e ti apro la portiera. Sali e partiamo. Perfettamente in tempo per il ristorante. Prima tappa della nostra serata. "E se ti avessi disobbedito?". Mi giro per un momento al semaforo rosso. "Non lo hai fatto i tuoi occhi Non riescono a mentirmi". arrosisci. Ingrano la marcia e riparto. Arriviamo al ristorante e ti faccio scendere. Chiudo la macchina e ci incamminiamo. "Ho chiuso la macchina?" mi chiedo mentre mi giro. Metto la mano in tasca e premo un pulsante. Le tue gambe cedono e ti aggrappi a me. "Ops... Telecomando sbagliato" sogghigno. Poi torno a premere il pulsante e ti apro la porta. Il tuo sguardo è fuoco e sulle labbra ti vedo bruciare un insulto. Ma abbassi lo sguardo e mentre mi sorpassi sussurri "andrà avanti così tutta sera?" "Forse..."Ci sediamo al tavolo e appena arriva il cameriere a portare il menu il pulsante scatta. Una piccola smorfia... ma ancora ti contieni. Si allontana e lo spengo. Apri il menu e inizi a leggere. Appena i tuoi occhi si abbassano di nuovo scatta il pulsante. Il menu ti scivola quasi dalle mani. "Ti vedo indecisa. Preferisci che faccia io per entrambi?" Sogghigno. La tua risposta giunge debole e strozzata "grazie". Di nuovo lo stacco e il tuo respiro si fa meno affannoso. Ma siamo solo all'inizio di questa deliziosa serata e lo sai. Il cameriere torna e con lui torna ad accendersi il pulsante. "Desiderate ordinare?" Chiede affabile. Io mi fingo distratto. "Certo. Cara vuoi fare tu?" Odio puro. Puro piacere ti lampeggia nello sguardo mentre vedo che stai per raggiungere il tuo limite. Ma non lo spengo. "Cer.." inizi "Che maleducato." Ti interrompo io "ho scelto io." Mi giro verso il cameriere. "Mi scusi. Sa il lavoro... ho scelto io... Allora..." mentre ordino spengo il pulsante. Tu ritorni a respirare. Non te ne sei ancora accorta ma la cacofonia della sala copre quel piccolo ronzare. Anche se a te sembra di sentire solo quello. Quando il cameriere se ne va lo riaccendo subito. "Non ti vuoi andare a rinfrescare un'attimo?" Il tuo respiro ora è affannoso. Veloce pregno dell'anticipazione del piacere. "Mmm" riesci solo a mugolare. Ti alzi a fatica e vai velocemente verso il bagno. Apri la porta e ti tuffi dentro... dalla faccia della signora che esce capisco che il tuo primo orgasmo della serata è già arrivato. Spengo il pulsante. E ti aspetto. Torni indietro in fretta. "Stronzo. L'ho tolto" mi sibili feroce tra i denti. "Certo..." ti rispondo io. Mi sporgo sul tavolo e ti bacio. A momenti mi mordi ma poi cedi memore del tuo recente orgasmo. Un bacio lungo e passionale. Non vuoi staccarti. Hai voglia di me. Ma con ferma dolcezza mi allontano. Arrivano i piatti e il pulsante scatta. Il tuo sguardo di alza di scatto. "La pianti?". La mia risata esplode nel locale e il cameriere mi guarda interdetto. Appena si allontana. Taglio una piccola porzione di carne e prima di portarla alla bocca mi fermo. "Dopo proviamo la funzione vibrazione a ritmo di musica o quella con la voce?" Il tuo sguardo ora è acceso di desiderio. "Quello che vuole il mio daddy dom". Inizio a mangiare. La serata è ancora lunga e già è pervasa di piacere. Del nostro piacere.
DUE SUB
La macchina Si ferma e ti faccio scendere. Il collare già al tuo collo. stasera ho in mente una serata speciale per noi. È tempo ormai che chiacchieriamo con lei e oggi la conosceremo. Ci piacerà? Vedremo... ma per ora un caffè per conoscerci. Ci accomodiamo e lei arriva poco dopo. Un abito discreto ma meno elegante del tuo. Si siede e parliamo. Ci conosciamo e la sintonia arriva da sola... poche chiacchere e ridiamo. Poi mi alzo vado a pagare e con un mezzo sorriso perverso mi avvicino a voi... "andiamo" mi guardate interrogative. "Non discutete. Alzate quegli adorabili culetti e andiamo". Fermo la macchina di fronte a maxi zoo. Tu ti giri tocchi il collare e hai già capito. Lei probabilmente ancora no. Scendo ed entriamo. "Un collare è per una sub e tu non lo meriti" le dico prendendola per il mento e girandole appena il viso per guardarla meglio. Poi ti afferro per il collare e ti bacio. "Ma non posso neppure permettermi di usare il guinzaglio della mia cucciola con te... quindi..." entriamo nel negozio e mi dirigo da collari e guinzagli. Ne prendo uno in corda e glielo passo attorno al collo. Poca gente e posso muovermi come mi pare... "che ne dici? Le dona?" Ti chiedo. " certo" una punta di gelosia nella tua voce. Io sono tuo e lo sai. E mi fa impazzire quella piccola gelosia... le tolgo il guinzaglio dal collo. "E a te è piaciuto?" Fai apoena un cenno di Si con la testa. "Mmmm ci posso credere? Cucciola... controlla..." dico guidando la tua mano tra le sue gambe. "Si le è piaciuto" rispondi ritirando la con un dito lucido di piacere. Lo afferro e lo lecco. "Bene..." così mi dirigo alla cassa pago e usciamo. Saliamo in macchina e ripartiamo per la nostra serata...
Arriviamo a casa sua ed entriamo. Appena varcata la soglia aggancio il guinzaglio al tuo collare e le metto il guinzaglio attorno al suo collo. Con il frustino su una spalla la faccio prima inchinare e poi mettere a 4 zampe. Ti bacio. E poi faccio lo stesso con te... vi guido. Seguendo le sue indicazioni fino alla Camera da letto. Mi siedo sul bordo. Tolgo i guinzagli e mi siedo sul bordo. "Ora facci vedere come sei..." ti faccio accomodare a fianco a me mentre lei si allontana appena e inizia a spogliarsi lentamente. I miei occhi passa o da lei a te che la stai guardando. Poi la fisso e mentre sfila in vestito portandosi e mostrandoci il culetto la mia mano si infila tra le tue gambe risalendo. Tu la fermi. Ionti guardo e continuo con la tua mano che cede alla mia. Sei bagnata. E io sto diventando duro...
Si gira. Le mani sul seno. Il perizoma addosso. Con il frustino le faccio cenno di avvicinarsi. Di inginocchiarsi. Con il frustino le allontano la mano dal seno. Appaiono due capezzoli. La mia mano fermamente in te sente crescere l'eccitazione. Per lei... per me. Vi guardate ora. Io sono per un momento fuori dai giochi. Ti sento aprire impercetibilmente le gambe. E allora il mio frustino la guida alla fonte del tuo piacere. La fermo appena prima. Ti sollevo il vestito mostrando la tua perfezione e mentre ti bacio le porgo le dita intrise del tuo piacere da farle leccare. Poi le avvicino piano la testa e mentre le mie dita giocano sul tuo clitoride la sua lingua di intreccia con esse. Il frustino dimenticato sul letto e la mia mano stuzzicare il suo seno. Un piccolo sussulto appena lo sfiora e il capezzolo si fa turgido...
La mia mano si sposta verso le mutandine mentre continua l'altra sul clitoride e la trova bagnata. Intingo un dito. Due. Sento i vostri sospiri farsi pesanti nelle mie mani. Vi stacco e faccio assaggiare all'una l'altra. Mi guardi "posso padrone?" "Certo...". Ti alzi. Vai dietro di lei è le sposti le mutandine e la inizi a leccare. Lei si avvicina a me. Spinge la sua testa tra le mie gambe. La schiena inarcata dal piacere e il respiro mozzo. Io la fermo e la faccio appoggiare poco distante dal mio cazzo ormai duro e voglioso. "Non hai ancora il mio permesso" lascio te a leccarla fino a quando non sta per venire e poi ti fermo. "Ora venite e prendete il vostro premio" mi alzo e abbasso i pantaloni. Mostrando la mia erezione dura e vogliosa. Vi accarezzo la testa e vi guido sul mio cazzo. Le vostre bocche che hanno il sapore dell'altra si incrociano con il mio. Le vostre lingue giocano tra di loro e su di me... il paradiso... gemete di piacere. So quanto a te piaccia e immagino piaccia anche a lei... "mentre lavorate il mio cazzo... toccatevi l'una con l'altra" così le vostre mani si allungano e iniziano a giocare con il clitoride. Le labbra. Entrano ed escono e la vibrazione dei vostri gemiti di piacere amplifica il mio...
Vi fermo un momento prima... Non è ancora il momento. Ma voi fate fronte comune e non vi staccate. Un momento prima di venire riesco solo a prendere fiato e il mio getto investe le vostre facce. Caldo abbondante. Mi lasciate finire e poi tu lo riprendi in bocca e lo pulisci per bene. Poi la guardo "puliscila" e lei inizia a leccarti. "Ora tu" e da brava la pulisci. Ora che siete entrambe pulite mi fai vedere la lingua per farmi vedere di aver ingoiato tutto e lei ti imita. "Non siete affatto state brave..." "no?" Mi interrompo con aria di finta ingenuità. Rido e vi prendo per il mento "lo sapete... ora andate punite... sul letto posizione da punizione" vi informo mentre riprendo il frustino in mano. Vi preparate e la prima frustata vi sorprende. Come sempre non è forte ma decisa e la pelle si arrossa sotto l'azione del frustino. "Contate" vi ordino mentre ne assegnò una a te e una a lei. Arrivate a dieci senza fiatare e mi fermo. Ti apro appena e tuffo la mia lingua in te e gemi fortemente fradicia. Un dito dentro di lei e gemete e vi baciate. Ti faccio venire e mi dedico a lei con la lingua... dentro e fuori. Sul clitoride. Le labbra. E quando entrambe siete soddisfatte vi faccio mettere una sull'altra con le due fighette a contatto e inizio a passarci in mezzo il mio cazzo. Dritto sui due clitoridi fradici del vostro piacere. Istantaneamente iniziate a muovere il bacino assecondando il mio movimento...
Vi sento fradicie e così lo spingo dentro. Prima una. Poi l'altra. Le vostre lingue saettano in Un bacio mozzafiato mentre le vostre mani si cercano. Vi lascio godere e poi mi fermo. "Pulite" ordino e le vostre bocche di nuovo lavorano il mio cazzo. Poi vi metto in un bel 69 tu sopra e lei sotto e mentre vi leccate abilmente io arrivo dietro di te iniziando a possederti ad un centimetro dai suoi occhi e si gode la scena di me che entro in te. Inizia a leccarci mentre il ritmo. Il mio ritmo si fa sempre più incalzante. Perdi l'appoggio e ti accasci fra le sue gambe mentre godi su di lei e lei ci pulisce. Ora però tocca a lei...
CINGHIATE
Da dietro il vetro della porta ti vedo sobbalzare allo scatto della serratura. "Benvenuta" ti faccio cenno di entrare e senti i miei occhi fissi sul tuo corpo che scrutano ogni centimetro. Rimani in piedi sguardo basso poco dentro a casa. Ti prendo per mano e ti accompagno in salotto. Al centro della stanza ti lascio e mi vado a sedere sul divano. Gambe divaricate e braccia aperte appoggiate allo schienale. "Fatti vedere" tu allarghi le braccia leggermente imbarazzata. Ci siamo messaggiati molto e diverse foto sono state spedite da entrambi. Ma dal vivo è diverso. Senti il desiderio vivo nel mio sguardo fisso su di te. "Spogliati" ti blocchi a metà del giro come interdetta ma non esiti. Metti mano al vestito e inizi a slacciarlo. Scivola a terra con un leggero fruscio mentre arrossisci sotto il mio sguardo lussurioso. Mi spacco i i pantaloni e vedi la mia virilità spuntare dai boxer. Ti faccio cenno di metterti a 4 zampe e poi di avvicinarti. Ti accarezzo la testa "sei bellissima. Ora dedicati a lui... ha voglia di provare la tua bocca" avvicino la testa al mio membro mentre tu abbassi i boxer e lo afferri. Le tue labbra lo baciano. La saliva lo bagna e tu inizi a dedicarti a lui. Io mi rilasso un'attimo poi senti un movimento del mio bacino e un fruscio. Mi fissi occhi negli occhi. Il mio braccio si muove e la prima cinghiata ti arriva sul culetto facendoti sussultare e mugulare con ancora il mio membro in bocca. Il secondo te lo aspetti. Inarchi la schiena e il terzo arriva immediatamente dopo. Il tuo ritmo sul mio membro si fa serrato e le cinghiate vanno a tempo con te. Piano. Forte. Non conosco ancora a fondo il tuo limite e sono misurato. Quando inizio a sentire più dolore che piacere mi fermo. Ti allontano la bocca dal mio membro e con la cinghia lego le tue mani dietro la schiena. In ginocchio davanti a me. La mia mano afferra il tuo seno e scende forte sul ventre. Sfiora le mutandine. "Vediamo se ti è piaciuto" mordi un labbro mentre fai cenno di Si e la mia mano si infila sotto le mutandine. "Bella bagnata... direi che siamo andati bene..." le mi dite umide del tuo piacere si muovono sfiorando il clitoride e sento il tuo bacino iniziare ad accompagnare il movimento delle mie dita...
Appena sento il tuo piacere mi fermo e mi allontano. Un sorriso sardonico sul mio volto. "Non così facilmente..." una bacio veloce sulle labbra e ti faccio girare. "Vediamo cosa abbiamo fatto". Ti giri e ti spingo le spalle a terra poi abbasso le brasiliane e metto a nudo il culetto rosso e la fonte del tuo piacere che lucida di ambrosia. Mi allontano un momento e la ammiro. Passo un dito sulle labbra e ti sento fremente. Porto quel nettare alla bocca e ti assaggio. Deliziosa. Torno a prendere la cinghia in mano e di nuovo il primo colpo ti sorprende. Stavolta sono 10 e il tuo piacere è cresciuto ogni colpo. Ora una singola goccia di fuoco cola lungo la coscia. La raccolgo con un dito e la porto alla bocca mentre i tuoi occhi daedeggiano quel desiderio che sto assaporando. Vedo la tua mano spuntare tra le cosce e salire. So cosa vuoi fare. Mi metto comodo mentre tu inizi a masturbarti per me. La mano stuzzica il clitoride. Le labbra. Entra ed esce. Rallenta. Va più veloce. Solo quando sento che stai arrivando al culmine ti fermo. "Non hai il permesso di prenderti ciò che è mio". Sento il desiderio che ti brucia mentre entro dentro di te e tu godi. "Brava. Sono proprio soddisfatto di te"...
APPARTENENZA
Il cellulare squilla. Lo apri. Sono io. "Come è andata la giornata". Come se non lo sapessi. Ma mi piace sentirti rispondere "bene grazie". Oggi abbiamo affrontato quel problema. Certo non lo abbiamo risolto. Ma abbiamo fatto un primo passo. Ti ho vista insicura oggi. Indecisa. Ma spronata ti sei appoggiata a me e hai fatto quel passo. "Ma stasera sei mia" la giornata è stata lunga e difficile e la tua leggerezza nella risposta mi fa capire che hai bisogno di coccole. Prima a noi poi a te. Ho già letto il nuovo capitolo del libro che ti sto leggendo e so che ti piacerà. Stavolta squilla il mio cellulare. "Per la cena con i miei... va bene questo?" Mentre leggo compare la tua foto. Intimo sexy sorrido. "Mmmm non saprei... e davanti Come sta?" Non faccio in tempo a finire che la seconda foto segue la prima. " perfetto... ma... ... così mi avrai con te" ti sento arrossire dietro lo schermo. "Certo. Va bene" me la dai vinta così facile. Oggi... Non è sempre così... so che ci sentiremo dopo la cena. Due chiacchere. Mi devi raccontare bene come è andata e come pensi di comportarti e sai che avrai il mio consiglio. La mia guida. È strano pensare a te quando ci siamo conosciuti e pensarti ora. Forte e sicura. Ma sento la tua mano cercarmi. Sentire la tua forza riflessa nella mia. L'altro giorno un problema al lavoro mi ha tenuto lontano da te e tu mi hai cercato. E cercato. E quando alla fine ci siamo sentiti eri così spaventata... per nulla... per me... avevi allungato la mano e non ero lì. Non era nulla di che. Avevi voglia di me. Non esplodeva il mondo piccola. Eppure quella mancanza ti ha destabilizzato e quando la mia voce è giunta alle tue orecchie. Ti ho sentito respirare di nuovo bene. Ci apparteniamo. Non solo quando sei nelle mie mani e gioco con i tuoi desideri. Ma tutti i giorni. Donna forte e indipendente hai scelto me per colonna. Per difesa e sostegno. Tutti ne hanno bisogno. Il mondo vanilla non riesce a comprendere questa appartenenza. Nelle mie mani la parte più vera di te. Sogni e desideri e paure. Le più nascoste e intime e il compito di guidarti. E condividere con te un percorso... ma se pensi che questo sia a senso unico ti sbagli. Tu mi hai. Conosci quel lato di me nascosto a tutto. Il viso sotto la maschera di tutti i giorni. Hai visto i miei demoni e li hai sedotti. Ti appartengono e si saziano solo di te.
DIVANO
Seduto sul divano a giocare con il cellulare non mi accorgo del tuo arrivo. Una mano mi sfiora il ginocchio, alzo lo sguardo, tu a gattoni con il collare e il guinzaglio in bocca. Un intimo sexy. Appoggio il cellulare e con un mano ti accarezzo la testa, scendo sulla guancia e afferrò il guinzaglio. Nei tuoi occhi la gioia. Lo tiro delicatamente verso di me. Alt o la bocca tiri fuori appena la lingua. "La mia micetta ha voglia?" Tu sciolti la testa in segno affermativo. "Dillo". Fai cenno di no. Il collare si tira appena. "Dillo...". Di nuovo un tuo cenno negativo seguito da una mia sculacciata. Gemi appena ma non cedi... oggi hai voglia di farmi impazzire... Così mi sporgo dal divano mi apro i pantaloni e lo tiro fuori. Dorme ancora, tu ti fai vicino e io ti blocco. Passo il guinzaglio sotto al piede bloccandoti all'altezza delle ginocchia. Inizio a masturbarmi e tu gemi ti allunghi. Strattoni... "no... no..." sorrido sornione. Tu mi guardi con sguardo implorante... "dillo". Guardi me. Guardi lui. Il tuo sguardo è disperato. Allunghi la lingua strattoni "meow" sorrido. Cedo. Il guinzaglio si allunga. Tu sorridi soddisfatta...
Lo lascio nel momento esatto in cui le tue labbra lo baciano. La tua mano lo afferra e tu lo succhi avida... aspettavi questo. Volevi questo. Mentre la tua lingua lo avvolge e lo accarezza la mia mano scorre lungo la tu a schiena scende lungo le natiche e scopre la tua voglia. Sei bagnata e scrolli appena. Vorresti sche ti lasciassi godere il tuo premio in pace ma un dito entra appena e inizia a muoversi. Gemi scrolli ma non vuoi muovere le mani per non oerderenla presa e allora il dito entra di più si muove sapendo dove trovare il tuo desiderio. Gemi. Ti fermi. Mi guardi con occhi supplichevoli, vorresti che ti lasciassi finire, allora rallento e tu lo riprendi in bocca. Accelero i tuoi gemiti si fanno intensi. Sulle mie dita il fuoco liquido del tuo piacere. Mi chino e ti sussurro "vieni micetta, godi" e ti lasci andare. Un fremito ti scuote il corpo mentre mi stringi le gambe, le unghie che mi graffiato mentre tu cerchi un'appiglio scivolando nel piacere. Ti lascio riprendere fiato poi esco e pulisco il dito sul tuo giocattolo. Lo riprendi subito in bocca. Gli occhi si accendono di nuovo piacere.
Sono io a staccarti. Tiro per i capelli e ti allontano poco a poco. Tu ti lamenti allunghi la lingua ma non vedo e ti allontano poco alla volta. Tu metti su il broncio e apri la bocca. Ti porgo il dito ancora umido del tuo piacere e inizi a pulirlo. Poi mordi. Senza preavviso. Nei tuoi occhi la sfida. Io allungo la mano ti afferrò la gola e tu allora stringi di più. Pizzico il seno e ancora non molli. Neppure quando Sono dentro di te e muovo veloce le dita. Per farti gemere. Per farti cedere. Mi stai lasciando il tuo marchio ma il piacere si fa strada in te e il morso diventa bacio sulle dita. Vorresti altro in bocca e mi stai punendo. Tu, la mia micetta e il tuo modo silenzioso di chiedere.
Ti stacchi dal mio dito solo per sussurrare affannarsi "Posso?" I segni dei tuoi denti sul mio dito che subito torni ad afferrare "certo micetta... godi" quasi mi stacchi il dito nell'impeto dell'orgasmo e appena finito ti ributti avida su di me lo prendi. Lo succhi le lecchi. E mi guardi negli occhi. Mi fa impazzire e tu lo sai. Risali con la lingua dalla base fino alla punta e viceversa ci fai colare sopra una goccia di saliva e lo riprendi tutto in bocca il mio piacere sale e sale come l'onda di marea. Veloce. Impetuosa. Inesorabile. Ed esplode. Tu non ti stacchi. Tossisci ma non vuoi perdere nemmeno una goccia del mio piacere. Del tuo premio. Poi ti stacchi. Mi guardi e apri la bocca. La chiudi e la riapri guardandomi sorniona...
Io ti guardo complice e poi mi tuffo tra le tue gambe. La mia lingua non ha bisogno di cercare il tuo piacere. Sa come coglierlo. Le tue mani mi stringono i capelli. Li tirano. Mi guidi nel tuo piacere. Non duri tanto e le tue unghie si piantano nella mia pelle mentre ti sussurro labbra contro labbra "godi... godi per me" il tuo bacino sussulta, tutto il tuo essere vibra di piacere e ansimi. Solo allora mi fermo e salgo a baciarti. A mescolare i nostri sapori. A creare il nostro... A creare noi
CINEMA
Ci strappano i biglietti, passiamo e andiamo a compare popcorn e bibite. Entriamo in sala mentre proiettano le prime pubblicità. Giusto in tempo. Saliamo fino all'ultima fila. Posti laterali e ci sediamo. Due battute. I popcorn e il film inizia. La sala si fa oscura e silenziosa. Nessuno è seduto vicino a noi e neppure nella nostra stessa fila. Sei tu che tieni il bicchierone e ogni tanto butto la mano a prendere i popcorn. Popcorn. E ancora popcorn. Poi il tuo seno. Lo sfiorò appena. Ritiro la mano e ti guardo. Tu guardi me con sguardo interrogativo e noti il luccichio dei miei occhi. La cassiera e tu stessa vi eravate stupite quando avevo scelto quei posti...
ora sai perché. Popcorn. Seno. Seno. Popcorn. Ti sto facendo esasperare e sbuffi. Mi passi il bicchierone. Allora io allungo la mano e la faccio scendere tra le tue cosce. Sopra i vestiti e inizio a stuzzicarti. Tu ti giri. Afferri la mia mano. Vorresti dirmi qualcosa ma il mio sguardo ti ferma. Allarghi le gambe e ti metti comoda. La mia mano si muove con lenti movimenti circolari mentre con l'altra mangio popcorn. Ti sento soffocare i gemiti. Animare sommessamente. Poi mi fermo. Faccio scorrere la mano al bordo dei pantaloni e mi infilo sotto. Piano piano. Appena ti tocco tu afferrò il mio braccio e ansimi più forte. La cosa ti eccita. Mi eccita. E così godi. Subito senza neppure bisogno di entrare in te. Pochi minuti di film perso. Primo orgasmo. Ora sei tu però che devi allungare la mano a prendere i popcorn. Così mi assicuro che tu sia concentrata sul film e tolgo il bicchierone. La tua mano scende e scende non trovando resistenza fino alla mia virilità. La tocchi. Togli appena la mano e ti giri a guardarmi. Nel tuo sguardo una domanda... "ma quando..." io sorrido e tu di rimando.
Lo prendi in mano e inizi a massaggiarlo. Prima piano poi con sempre più foga. Fino a che non te la fermo e ti guido giu la testa. Tu mi opponi resistenza e io mio avvicino a te... "E se..." sussurri. Ma basta il mio sguardo per bloccare la domanda. Scendi e inizi a prenderlo in bocca. Sento il sale dei popcorn sulla mia pelle. Ti lascio fare per qualche istante e ti fermo. Ti fa arrabbiare. Lo so. Ma non ti puoi lamentare. Non qua. Non ora. Ti bacio e ti torno a far aprire le gambe. Ti sai già cosa aspettarti socchiudi gli occhi e butti appena indietro la testa. Quando ti appoggio la bibita fredda tra le gambe sobbalzi mentre io soffoco una risata. Fai per colpirmi il braccio ma ti fermo con la mano mentre l'altra, Che ha già messo via la bibita, si infila sotto i pantaloni. Il secondo orgasmo arriva mentre ti bacio e lo saluto dalle tue labbra come nettare delizioso. Secondo orgasmo. Quasi fine del primo tempo.
Ora sei eccitata. Lo sento. La tua mano ora libera si muove per cercarmi. Ti lascio fare. Mi sposto appena mi guardi supplichevole. Mi fermo e tu lo afferri. Che salto quando le luci di sala si accendono per la fine del primo tempo. Io tranquillo appoggio i popcorn sopra le gambe. Tu mi guardi con aria maliziosa... Ti alzi... vai in bagno. Torni un'attimo prima dell'inizio del secondo tempo. Ti siedi e mi guardi. Ti avvicini e mi sussurri nell'orecchio "ops" mentre con una mano mi mosti le tue mutandine che infili in borsa. "E ora?" Continui a sussurrare. La sala si fa buia. SECONDO TEMPO...
SECONDO TEMPO. Seduta a fianco a me. Stai con le gambe aperte. Le tue mutandine sporgono dalla tasca dei tuoi pantaloni. Allungo la mano verso di te ma la fermi e infili la tua sotto i pantaloni iniziando a muoverla. Mi fissi negli occhi e subito si fanno lucidi di piacere. Piano piano ti avvicini e ti appoggi alla mia spalla per farmi sentire il tuo caldo respiro affannoso e voglioso. Ti sfilo le mutandine e te le metto in bocca per soffocare i tuoi gemiti. L'altra mano è sui miei pantaloni che si muove, slaccia la zip e tira fuori la mia virilità già eccitata a questo nuovo gioco. Ti fermi tiri fuori la mano da sotto i pantaloni e la inumidisci con il tuo piacere liquido. Senti la mia virilità sussultare, agitarsi al ricordo di te. Ti desidera. Ti desidero.
Rimetti la mano dentro i pantaloni e ora la muovi decisa e veloce mentre mi accarezzi. Un piccolo gemito sorpassa le mutandine. Terzo orgasmo. Rallenti ma non ti fermi. Aumenti il ritmo su di me e lo sento vibrare in preda all'eccitazione. Ti fermo animando un momento prima di esplodere. Allora ti volti. Sei lì le mutandine di bocca e ti abbasso prendendolo tutto. Sento la lingua scorrere su e giù. Stringo i braccioli sulla sedia. Ansimo ed esplodo. Tu ti fermi. Lo accogli nella tua bocca e ti raddrizzi. Usi le mutandine per pulirti la bocca poi mi sorridi e mi baci. Per ora finisce qua. Il film quasi concluso. Ma appena saremo fuori. Appena in macchina chissà o dopo il gioco riprenderà subito nella voglia insaziabile che ho di te. Nella voglia che tu hai di me
Il film finisce. Le luci si accendono e tieni le mutandine in bocca. Ti chiudo la bocca con un bacio e ci mettiamo in coda per uscire. Arriviamo in parcheggio e ti apro la portiera. Sali e io mi fermo fuori. Mi guardi e io ti guardo. Poi capisci. Abbassi il finestrino e ti spiego fuori. Abbassi la zip e togliendo le mutandine di bocca la riempi di me. Mi guardo attorno. Come al solito mi sono parcheggiato comodo e siamo abbastanza isolati. Ti lascio fare un poco. Poi mi stacco e salgo. Accendo la macchina. "Vai dietro e togli i pantaloni". Tu tentenni. Non capisci. Ti faccio cenno con la testa e tu ti sposti dietro posto centrale e togli i pantaloni io sposto lo specchietto retrovisore e lo punto su di te. Parto "apri le gambe micetta" lo fai. L'illuminazione dei lampioni giocano in un continua ombra e luce su di te. Sulla tua pelle. "Toccati" inizi a giocare con il clitoride. Butti la testa indietro appena inizi a godere. Ansimi. La macchina procede tranquilla. Mi fissi dallo specchietto. Entri con un dito. "Ti ho dato il permesso micetta?" Tu ti fermi esci e riprendi sul clitoride. Meno di un minuto? "Posso?"
"Puoi fare cosa micetta?"
La tua voce è strozzata dal desiderio " entrare" io tentenno. Ti lascio sospesa mentre il tuo clitoride è sollecitato dalle tue dita urla.
"Puoi" dico dopo poco e ti con un sospiro di soddisfazione entri. La tua schiena si inarca. Il tuo bacino segue il movimento delle dita e in un momento godi. "Cattiva micetta. Non ti avevo dato il permesso" il mio sguardo divertito ti arriva dallo specchietto. "Scusa" dici. Ma lo sai che non è vero. Ti fermi prendi i pantaloni. "Chi ti ha detto di fermarti micetta?" Tu ti fermi interdetta. Apri le gambe e riprendi... La macchina gira e la notte è giovane.
"Puoi fare cosa micetta?"
La tua voce è strozzata dal desiderio " entrare" io tentenno. Ti lascio sospesa mentre il tuo clitoride è sollecitato dalle tue dita urla.
"Puoi" dico dopo poco e ti con un sospiro di soddisfazione entri. La tua schiena si inarca. Il tuo bacino segue il movimento delle dita e in un momento godi. "Cattiva micetta. Non ti avevo dato il permesso" il mio sguardo divertito ti arriva dallo specchietto. "Scusa" dici. Ma lo sai che non è vero. Ti fermi prendi i pantaloni. "Chi ti ha detto di fermarti micetta?" Tu ti fermi interdetta. Apri le gambe e riprendi... La macchina gira e la notte è giovane.
Riprendi a toccarti e nuovamente vedo il tuo corpo seguire l'onda del piacere. Ti spogli senza che io te lo chieda e alzo il riscaldamento. "Non puoi venire micetta" mugoli indispettita ma ti vedo fermarti. Riprendere fiato e reiniziare. "Posso?" Chiedi tutte le volte. Una volta. Due. Tre. Gli intervalli si fanno sempre più rapidi. Il tuo respiro sempre più affannoso. Quattro. Cinque. "Vieni micetta. Vieni per me..." È immediata la tua risposta. Il tuo urlo che riempie la macchina. Le mie orecchie. Il mio essere del tuo piacere. Ansimi soddisfatta. Sudata. Infilo la mano dietro tra i sedili. Mi guardi. Ti guardo. Ti sporgi fino a mettere la tua fighetta sulla mia mano che subito si muove. Non è facile ma sento si nuovo aumentare il tuo respiro. Quando il piacere torna a farsi forte ti stacchi e continui tu. Aspetto di vederti sull'orlo. "Ferma" ci metti un momento a capire ma ti fermi. Stringi i sedili con le mani per non spostarle su di te. "Il seno" inizi a toccarti. Subito sei già eccitata e i capezzoli si fanno duri e vogliosi. "Usa il tuo piacere per inumidirli" ti tocchi le labbra e inumidisci le dita. Poi i capezzoli che si fanno lucidi sotto le dita che li stuzzicano.
Prendo la piuma che avevo comprato per la serata. Lunga. Appena rigida. La sporgo indietro e mentre il seno viene stuzzicato dalle tue dita il bacino inizia a muoversi contro di essa. Di nuovo i gemiti si fanno forti e decisi. Ti piace il gioco è lo sapevo. Ci metti poco a venire e scivoli dal sedile. Ti aggeappi ansimando al mio braccio. Lo baci. Risali. Butti avanti le mani. Mi vuoi. Prepotentemente. Mi trovi già con la patta aperta e inizi a stuzzicarmi.
PENSIERI DI UN DOM
silenzio, un nero vortice che tutto assorbe, intorno a te tutto si ingrigisce, perde di interesse, di sapore, succede così se tu non ci sei, è incredibile come in realtà i ruoli siano inversi e ci si dimentichi che un guinzaglio ha sempre due collari, uno da tenere al polso…
uno al collo.Quando ci sei nulla manca, i pensieri si affollano, guidare,
educare,
sostenere,
proteggere, occupano ogni momento,
compiti,
sfide,
punizioni,
giochi.
I colori vividi riempiono ogni momento, dettagli da studiare,
correggere,
sistemare,
perfezionare.
Ogni compito porta con se grosse responsabilità. Il mio non meno del tuo, l’abbandono prevede che io ti possa seguire,
costante presenza rassicurante come angelo protettore e succube tentatore, non insensibile burattinaio, ma custode di un prezioso tesoro.
Come il drago Ladone, custode dalle cento teste delle mele d’oro, così il mio compito per tenere tutto in riga, per te, per me, per noi, percorso arduo, sfide di ercole. Alla fine saremo dei. Ma ora tu manchi, non ti trovo, sfuggi la mia presenza come sogno o incubo. E come Giasone ti cerco nel mare infinito sparso di troppe ingannevoli sirene che vorrebbero vedere morire l’eroe per il solo gusto di averne assaggiato la carne, le dolci carezze, la durezza del suo sguardo e della sua guida. Ne morrò… o forse la tua mano tesa da sotto mi farà rialzare, il tuo abbandono darà senso alla mia forza, mi farà rialzare,
invincibile fortezza.
O morrò
Morrò
Mo…
TORRE.
La torre, con le sue pietre chiare, svetta alta sopra la casa padronale al centro dell'alto giardino privato. La sua sommità supera perfino le alte mura che circondano quel luogo di magia e di mistero. Affittarla non era stato difficile. Il giardino e La casa aperti al pubblico durante il periodo estivo ospitavano spesso eventi pubblici o privati.
Lei venne portata nella casa. Aveva già addosso collare e guinzaglio. Spogliata di tutto venne guidata su per le scale a chiocciola della torre. Il suo padrone non le aveva detto nulla. Arrivati al camminatoio a metà della torre la fece uscire facendole fare il giro. Il camminatoio di pietra bianca era largo appena per stare affiancati e stretti la balaustra arrivava alla vita e l'intricato intaglio formava rombi di luce e ombra sul pavimento. Appena finito il veloce giro il padrone le indicò la campana di bronzo posizionata al di sopra della porta. Una robusta corda pendeva dal battacchio della stessa e ad essa venne agganciato il suo collare. "Puoi suonarla solo in caso di emergenza." La corda effettivamente era abbastanza lunga da toccare terra e permetterle di muoversi, quasi liberamente sul camminamento.
Una borraccia venne appoggiata a fianco della porta. Poi il padrone estrasse dalla tasca una benda e l'ultima cosa che ella vide fu il suo sguardo severo mentre gliela fissava dietro la testa. Il mondo perfetta la sua forma. Il padrone si sottrasse al suo tocco. Il calore della giornata era sopportabile ma accovacciandosi al fresco della balaustra trovò un posto dove accucciarsi. Poco dopo il rumore dei passi del padrone che si allontanavano la portarono in un altro mondo.
Passarono i minuti, le ore? Non lo seppe ma la secchiata improvvisa e fredda la riportò bruscamente alla realtà. Si inginocchiò e prese una grande boccata d'aria e nel momento in cui la bocca divorata avida l'aria due dita la bloccarono e il membro duro del padrone le possedette la bocca. La testa contro la balaustra e il movimento del bacino di lui che la possedeva. Le mani di lei cercarono il suo contatto. Le gambe il membro le palle da massaggiare come a lui piaceva. Poco dopo il getto caldo del suo piacere le riempì la bocca e lui si sottrasse a lei. E fu nuovamente sola. Di nuovo ore? Minuti? E la sua mano forte che la sollevava la spingeva sulla balaustra e i colpi del frustino arrivare inattesi sui glutei. Uno... cinque... dieci... fermarsi e di nuovo i passi scomparire. E ancora... Minuti? Ore? La sua mano che toglie la benda. La solleva piegandola nuovamente sulla balaustra i seni sporgenti al di fuori di essa. Con i piedi apre le sue gambe e il membro che entra dentro di lei. Il calore immediato dell'eccitazione farsi strada. Il piacere colare lungo le cosce mentre arrossisce pensando alla gente che, svogliata passeggia sotto si loro. Uno alza lo sguardo. Forse un'altro. Vergogna. Imbarazzo e il suo padrone dentro di lei. Poi la benda. Ore? Minuti? Ora i passi non sono più solo di una persona. Ma riconosce la mano del padrone che la mette a 4 zampe e la possiede. Sente su di sé lo sguardo ardente di un'altro. O altri? Una mano sconosciuta la sfiora. Tocca il seno. Si ritrae. Il padrone una volta soddisfatto si ritira i passi si allontanano. Per tutto il giorno va avanti. O mesi? Settimane? L'infinito. Per un momento la schiava pensa di suonare la campana ma subito il pensiero viene allontanato. Non vuole deludere il padrone. Solo quando il fresco della sera ruba il posto al caldo del giorno il padrone torna. Le toglie la benda e la libera dalla corda. Il suo sguardo soddisfatto. Orgoglioso. Con il collare la porta di sotto dove una tavola apparecchiata per due li attende. Su un tavolino in disparte le pietanze e le bevande. Lui si siede e le permette di servirlo. Quando lui è sazio e solo allora le permette di sedersi e la guarda mangiare. Quando anche lei è sazia allontana il piatto allora lui si alza e la porta in bagno.
Apre la doccia. Mentre l'acqua riscaldandosi fa volteggiare grave nuvolette di vapore.Lei lo spoglia. Lo lava. Lui poi le prende la spugna dalle mani e lava lei. La avvolge in un mare di schiuma. Massaggia i capelli. La schiena. Le gambe. Finita la doccia la cosparge di crema. Non vuole che la sua proprietà si rovini. Poi rimettendole il collare la porta in salotto dove un divano è parzialmente illuminato da una lampada da lettura. Lui si siede e apre il libro appoggiato sul bracciolo. Lei si accoccola accanto a lui con la testa sulla sua gamba. La mano grande del padrone che le passa tra i capelli in una lenta coccola. Mano che la protegge. Punisce. Guida. Lo scricchiolio delle pagine che si aprono. Lo sguardo del padrone si abbassa su di lei. "Brava cagnolina. Sono molto fiero e soddisfatto di te." Il calore della voce le scorre dentro. Bagnandole le cosce riempiendo di fuoco il suo petto. Le prime parole in tutta la giornata dopo che l'aveva accompagnata su. Un lacrima di pura soddisfazione brilla ai lati degli occhi e delicata scende a baciare la gamba del padrone. Un suo bacio sulla fronte. Poi lui si raddrizza e inizia a leggere. La sua voce calda. Pacata la riempie. Gli occhi si chiudono, la nenia leggera della voce e il tocco delicato della sua mano tra i morbidi capelli, la portano svelta tra le braccia di Morfeo. "Riposa ora mio piccolo gioello" lui le sussurra, mentre lei scivola nel sonno.
Poi mi possiede sulla balaustra, mi toglie la benda, mi fa vedere la gente che passeggia amena sotto di noi, il mondo continua a girare e noi siamo in una bolla fuori dal tempo. Qualcuno guarda in alto, forse capisce, forse no, ma io avvampo di vergogna… e godo. Ancora va e viene. Ad un tratto però sento una presenza estranea, sento il suo sguardo cocente su di me mentre il padrone mi possiede alla pecorina, una mano sconosciuta mi sfiora, sento il padrone muoversi, poi nulla. Ad un tratto la mia mano scorre la corda, sono stanca, fa caldo, sono al limite… mi fermo, penso al suo sguardo deluso se la campana suonasse, delusione… non per me ma per se stesso, per non aver capito il limite e aver preteso troppo, la mano continua a risalire la corda e sfiora la borraccia. È fresca, il padrone l’ha cambiata, poi mi ricordo, mai per nessun momento l’acqua è stata calda, era sempre fresca, così la mano lascia la corda, afferra la borraccia e bevo, non è neppure acqua ora ma una bevanda zuccherata e rinfrescante. Quando il fresco della sera inizia a vincere il caldo della giornata sento nuovamente i suo passi, mi preparo, mi siedo con la schiena dritta, ma sento la sua mano andare al collare, staccare la corda e agganciare il guinzaglio, la benda scivola via, e sbattendo le palpebre lo fisso in viso, il suo sguardo severo mi riporta al mio posto e abbasso lo sguardo, lo seguo di sotto dove una tavola apparecchiata e un tavolo con le vivande mi riporta al mondo, il mio stomaco si muove e urla le sue necessità, ma il padrone si siede e io inizio a servirlo, quando ha finito di mangiare tocca a me e provo a contenere la voracia di una giornata passata senza toccare altro che acqua, per tutto il tempo del pasto sento il suo sguardo su di me. Appena, saziato lo stomaco, allontano il piatto lui mi prende e mi porta in bagno, apre l’acqua e mentre lo spoglio inizia a riempirsi l’aria di vapore, per un’attimo mi torna alla mente il caldo della giornata, ma l’acqua che mi scorre addosso, lava via la stanchezza della giornata. Appena ho finito di lavarlo lui inizia a lavare me, il suo tocco è premuroso e delicato, così in contrasto rispetto al duro padrone del giorno, quello della sera è un morbido cuscino su cui coricarsi e dimenticare ogni pensiero… e mi torno a bagnare. Finita la doccia mi mette la crema idratante, una coccola del tutto inaspettata, poi mi porta in salotto, mi fa accomodare accanto a lui sul divano e io mi appoggio con la testa sulle sue gambe, il salotto in penombra concilia il mio riposo e la mano che passa tra i miei capelli mi rilassa completamente. “brava cagnolina, sono molto fiero e soddisfatto di te” per la seconda volta nella giornata la sua voce… mi esplode il cuore che corre all’impazzata, nelle vene fuoco liquido che mi riempie di piacere, poi inizia a leggere ad alta voce per me, non è la sua solita lettura, vivave ed espressiva, ma è lenta e cadenzata, in poso sono cullata da quella ninna nanna e poco prima di addormentarmi in quel limbo tra il sonno e la veglia sento “ riposa mio piccolo gioiello” poi tutto è buio. tutto è pace…
Lei venne portata nella casa. Aveva già addosso collare e guinzaglio. Spogliata di tutto venne guidata su per le scale a chiocciola della torre. Il suo padrone non le aveva detto nulla. Arrivati al camminatoio a metà della torre la fece uscire facendole fare il giro. Il camminatoio di pietra bianca era largo appena per stare affiancati e stretti la balaustra arrivava alla vita e l'intricato intaglio formava rombi di luce e ombra sul pavimento. Appena finito il veloce giro il padrone le indicò la campana di bronzo posizionata al di sopra della porta. Una robusta corda pendeva dal battacchio della stessa e ad essa venne agganciato il suo collare. "Puoi suonarla solo in caso di emergenza." La corda effettivamente era abbastanza lunga da toccare terra e permetterle di muoversi, quasi liberamente sul camminamento.
Una borraccia venne appoggiata a fianco della porta. Poi il padrone estrasse dalla tasca una benda e l'ultima cosa che ella vide fu il suo sguardo severo mentre gliela fissava dietro la testa. Il mondo perfetta la sua forma. Il padrone si sottrasse al suo tocco. Il calore della giornata era sopportabile ma accovacciandosi al fresco della balaustra trovò un posto dove accucciarsi. Poco dopo il rumore dei passi del padrone che si allontanavano la portarono in un altro mondo.
Passarono i minuti, le ore? Non lo seppe ma la secchiata improvvisa e fredda la riportò bruscamente alla realtà. Si inginocchiò e prese una grande boccata d'aria e nel momento in cui la bocca divorata avida l'aria due dita la bloccarono e il membro duro del padrone le possedette la bocca. La testa contro la balaustra e il movimento del bacino di lui che la possedeva. Le mani di lei cercarono il suo contatto. Le gambe il membro le palle da massaggiare come a lui piaceva. Poco dopo il getto caldo del suo piacere le riempì la bocca e lui si sottrasse a lei. E fu nuovamente sola. Di nuovo ore? Minuti? E la sua mano forte che la sollevava la spingeva sulla balaustra e i colpi del frustino arrivare inattesi sui glutei. Uno... cinque... dieci... fermarsi e di nuovo i passi scomparire. E ancora... Minuti? Ore? La sua mano che toglie la benda. La solleva piegandola nuovamente sulla balaustra i seni sporgenti al di fuori di essa. Con i piedi apre le sue gambe e il membro che entra dentro di lei. Il calore immediato dell'eccitazione farsi strada. Il piacere colare lungo le cosce mentre arrossisce pensando alla gente che, svogliata passeggia sotto si loro. Uno alza lo sguardo. Forse un'altro. Vergogna. Imbarazzo e il suo padrone dentro di lei. Poi la benda. Ore? Minuti? Ora i passi non sono più solo di una persona. Ma riconosce la mano del padrone che la mette a 4 zampe e la possiede. Sente su di sé lo sguardo ardente di un'altro. O altri? Una mano sconosciuta la sfiora. Tocca il seno. Si ritrae. Il padrone una volta soddisfatto si ritira i passi si allontanano. Per tutto il giorno va avanti. O mesi? Settimane? L'infinito. Per un momento la schiava pensa di suonare la campana ma subito il pensiero viene allontanato. Non vuole deludere il padrone. Solo quando il fresco della sera ruba il posto al caldo del giorno il padrone torna. Le toglie la benda e la libera dalla corda. Il suo sguardo soddisfatto. Orgoglioso. Con il collare la porta di sotto dove una tavola apparecchiata per due li attende. Su un tavolino in disparte le pietanze e le bevande. Lui si siede e le permette di servirlo. Quando lui è sazio e solo allora le permette di sedersi e la guarda mangiare. Quando anche lei è sazia allontana il piatto allora lui si alza e la porta in bagno.
Apre la doccia. Mentre l'acqua riscaldandosi fa volteggiare grave nuvolette di vapore.Lei lo spoglia. Lo lava. Lui poi le prende la spugna dalle mani e lava lei. La avvolge in un mare di schiuma. Massaggia i capelli. La schiena. Le gambe. Finita la doccia la cosparge di crema. Non vuole che la sua proprietà si rovini. Poi rimettendole il collare la porta in salotto dove un divano è parzialmente illuminato da una lampada da lettura. Lui si siede e apre il libro appoggiato sul bracciolo. Lei si accoccola accanto a lui con la testa sulla sua gamba. La mano grande del padrone che le passa tra i capelli in una lenta coccola. Mano che la protegge. Punisce. Guida. Lo scricchiolio delle pagine che si aprono. Lo sguardo del padrone si abbassa su di lei. "Brava cagnolina. Sono molto fiero e soddisfatto di te." Il calore della voce le scorre dentro. Bagnandole le cosce riempiendo di fuoco il suo petto. Le prime parole in tutta la giornata dopo che l'aveva accompagnata su. Un lacrima di pura soddisfazione brilla ai lati degli occhi e delicata scende a baciare la gamba del padrone. Un suo bacio sulla fronte. Poi lui si raddrizza e inizia a leggere. La sua voce calda. Pacata la riempie. Gli occhi si chiudono, la nenia leggera della voce e il tocco delicato della sua mano tra i morbidi capelli, la portano svelta tra le braccia di Morfeo. "Riposa ora mio piccolo gioello" lui le sussurra, mentre lei scivola nel sonno.
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Poi mi possiede sulla balaustra, mi toglie la benda, mi fa vedere la gente che passeggia amena sotto di noi, il mondo continua a girare e noi siamo in una bolla fuori dal tempo. Qualcuno guarda in alto, forse capisce, forse no, ma io avvampo di vergogna… e godo. Ancora va e viene. Ad un tratto però sento una presenza estranea, sento il suo sguardo cocente su di me mentre il padrone mi possiede alla pecorina, una mano sconosciuta mi sfiora, sento il padrone muoversi, poi nulla. Ad un tratto la mia mano scorre la corda, sono stanca, fa caldo, sono al limite… mi fermo, penso al suo sguardo deluso se la campana suonasse, delusione… non per me ma per se stesso, per non aver capito il limite e aver preteso troppo, la mano continua a risalire la corda e sfiora la borraccia. È fresca, il padrone l’ha cambiata, poi mi ricordo, mai per nessun momento l’acqua è stata calda, era sempre fresca, così la mano lascia la corda, afferra la borraccia e bevo, non è neppure acqua ora ma una bevanda zuccherata e rinfrescante. Quando il fresco della sera inizia a vincere il caldo della giornata sento nuovamente i suo passi, mi preparo, mi siedo con la schiena dritta, ma sento la sua mano andare al collare, staccare la corda e agganciare il guinzaglio, la benda scivola via, e sbattendo le palpebre lo fisso in viso, il suo sguardo severo mi riporta al mio posto e abbasso lo sguardo, lo seguo di sotto dove una tavola apparecchiata e un tavolo con le vivande mi riporta al mondo, il mio stomaco si muove e urla le sue necessità, ma il padrone si siede e io inizio a servirlo, quando ha finito di mangiare tocca a me e provo a contenere la voracia di una giornata passata senza toccare altro che acqua, per tutto il tempo del pasto sento il suo sguardo su di me. Appena, saziato lo stomaco, allontano il piatto lui mi prende e mi porta in bagno, apre l’acqua e mentre lo spoglio inizia a riempirsi l’aria di vapore, per un’attimo mi torna alla mente il caldo della giornata, ma l’acqua che mi scorre addosso, lava via la stanchezza della giornata. Appena ho finito di lavarlo lui inizia a lavare me, il suo tocco è premuroso e delicato, così in contrasto rispetto al duro padrone del giorno, quello della sera è un morbido cuscino su cui coricarsi e dimenticare ogni pensiero… e mi torno a bagnare. Finita la doccia mi mette la crema idratante, una coccola del tutto inaspettata, poi mi porta in salotto, mi fa accomodare accanto a lui sul divano e io mi appoggio con la testa sulle sue gambe, il salotto in penombra concilia il mio riposo e la mano che passa tra i miei capelli mi rilassa completamente. “brava cagnolina, sono molto fiero e soddisfatto di te” per la seconda volta nella giornata la sua voce… mi esplode il cuore che corre all’impazzata, nelle vene fuoco liquido che mi riempie di piacere, poi inizia a leggere ad alta voce per me, non è la sua solita lettura, vivave ed espressiva, ma è lenta e cadenzata, in poso sono cullata da quella ninna nanna e poco prima di addormentarmi in quel limbo tra il sonno e la veglia sento “ riposa mio piccolo gioiello” poi tutto è buio. tutto è pace…
DOM
Scendo dalla macchina e ti trovo ad aspettarmi. Io sono in anticipo come sempre e tu lo sai e mi aspettavi. Mi avvicino a te. Sono 3 giorni che ti nego l'orgasmo e leggo nei tuoi occhi l'azienda. Ti afferro per i capelli portando indietro la testa e ti bacio saziandomi di quel delicato nettare. Sei impaziente e lo sento. Dai tuoi occhi. Dalla vibrazione del tuo corpo stretto a me. Dalle tue mani sui miei fianchi che mi tirano a te. Mi stacco. Sei cresciuta. Nei tuoi occhi una luce sempre diversa. Sempre più luminosa. Da quando ti ho conosciuto sei diventata più bella. Più forte più sicura. Un passo alla volta. Ogni passo con me. Appoggiandosi a me come colonna. Ma ora siamo noi. Tu nuda. Pronta. Fremente. Le corde non servono. Le mie dita tirano invisibili fili e tu ti pieghi gemi e godi per me. Ogni tuo piacere è mio. I giochi che uso sono pura estensione della mia volontà. Del tuo piacere che cresce. Ti giro attorno. Pensieroso. Odi non vedermi mai perdere il controllo. Non lasciare trapelare nulla dal mio viso. Ogni tanto concederti un sorrisetto abbozzato e lussurioso. E la musica scorre e io mi nutro di te. Splendente come Gemma ai miei occhi. Lucida di piacere. Afrodite primitiva completamente mia. Ti ribelli ma la tela attorno a te è forte. Ti pieghi. Gemi. Godi. Io mi nutro di ogni tuo movimento. gemito. piacere. Ogni tua espressione che non sfugge ai miei occhi e allora rallento. Accelero. Mia. Completamente. Anima e corpo. Godi. Gemi. Sfinita. Ora mia più che mai. Come prima. Più di prima. E io sazio di te. Di noi. Un turbine che non finisce che continua. Anche lontani. Anche separati. Posso vederti sentirti e perfezionarti perfezionandomi. E la volta dopo sarà meglio. Più vicini più legati. Più... noi...
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